martedì 5 gennaio 2010

Piccoli artisti per un grande monumento a Librino: La Porta della Bellezza




Il 16 Dicembre 2009 mi sono recata presso l’I.C. “Campanella-Sturzo” di Librino (Catania) in qualità di tutor del progetto “Didattica ludica dell’italiano: morfologia verbale” per due tirocinanti della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania. Il programma della giornata è cambiato non appena siamo arrivate in classe: abbiamo saputo che i bambini dovevano recarsi all’incontro con Antonio Presti – Presidente di “Fiumara D’Arte” – per la presentazione alla stampa del cortometraggio “La Porta della Bellezza” poiché hanno collaborato, come tanti altri bambini delle scuole del quartiere, alla realizzazione della maestosa opera in terracotta che segna anche l'inizio dell'ambizioso progetto del Museo all'aperto "Terzocchio - Meridiani di Luce" (Porta inaugurata il 15 Maggio scorso).
Il Preside ci ha invitate a partecipare all’incontro e ha concluso dicendo esattamente queste parole: «Così oggi imparate anche voi qualcosa da noi!». Devo dire che mi sento soddisfatta perché, quasi per sbaglio, mi sono ritrovata a imparare davvero moltissimo da questo “mancato” incontro con la V A; soddisfatta per aver avuto questa possibilità, per aver potuto ammirare – accanto agli “attori” del progetto – il grande lavoro che si nasconde dietro la realizzazione della Porta della Bellezza che ha visto collaborare i bambini delle nove scuole del quartiere di Librino insieme con artisti dell’Accademia di Belle Arti.
Sono contenta di aver partecipato all’incontro perché sono potuta andare oltre l’“apparenza”. In fondo è sempre così: quando si vede un’opera d’arte si ammira e si critica il prodotto finito, senza soffermarsi troppo a pensare al grande lavoro che sta dietro; invece da questo incontro ho “appreso” il retroscena della realizzazione del monumento, andando oltre l’apparenza.
La proiezione del cortometraggio ha rappresentato anche una lezione di vita. Ho davvero apprezzato il grande progetto di Antonio Presti e, grazie alla sua bravura, mi sono convinta anch’io che si può fare davvero tanto per rivalutare un quartiere come Librino e offrire ai bambini l’opportunità di costruire e cambiare insieme il proprio quartiere. Condivido in pieno, infatti, il pensiero di Antonio Presti, il quale dice che per far rinascere un quartiere si deve partire proprio dai bambini perché loro hanno sicuramente più forza e più voglia di costruire un quartiere che li rispecchi, lontano anni-luce dall’etichetta che vi è stata assegnata.
La Porta è stata costruita con oltre 9.000 forme di terracotta realizzate da 2.000 bambini del quartiere sotto la guida degli artisti coinvolti; le forme sono state modellate e firmate dagli stessi alunni, divenuti così "giovani autori", con lo scopo di renderli protagonisti di un percorso artistico-etico che cambierà la storia e l'identità del quartiere. Le formelle compongono le 13 opere monumentali, ideate da 10 artisti e da giovani allievi dell'Accademia di Belle Arti di Catania. Queste opere, abbinate a testi poetici, sono state applicate lungo una prima porzione di muro di 500 metri in corrispondenza dell'accesso al quartiere sui 3 km totali che tagliano Librino in due parti. L'insieme delle opere si ispira alla tematica della "Grande Madre" e molti bambini si sono ispirati proprio alle loro mamme per il disegno da incidere sulle forme di terracotta.
L'obiettivo – raggiunto, a mio parere, nel migliore dei modi – è stato quello di contribuire a una coscienza comune di rispetto per il territorio e di recuperare e divulgare i valori dell'impegno civile e dell'educazione alla cittadinanza. Il ruolo attivo e centrale delle scuole di Librino, che hanno accolto nei loro laboratori i vari artisti, e l'accoglienza degli abitanti del quartiere sono sicuramente segni positivi di un valore di condivisione.
Il cortometraggio – che ha già ottenuto ampio riconoscimento nei festival nazionali e internazionali ai quali ha partecipato – rappresenta un lavoro tra la fiction e il documentario; è stato curato dalla giornalista Rai Antonella Guerrieri con la regia di Orazio Cristaldi; le musiche sono di Rai Trade. In poco più di venti minuti Antonella Gurrieri sintetizza il “viaggio” durato due anni. La voce di sottofondo che racconta questo “viaggio” è di Emanuele Lo Vecchio: il bambino racconta il suo personalissimo modo di aver vissuto l’esperienza; nel frattempo scorrono le immagini del backstage – realizzate da Claudio Floresta e Francesco Caudullo – che vanno dalle prime riunioni con gli artisti alla festa di inaugurazione che ha visto la partecipazione di più di diecimila persone.
Antonella Gurrieri ha detto durante un’intervista: «Questo progetto mi ha coinvolto emotivamente fin dal primo momento non soltanto per la potenza del messaggio, ma per l’irripetibile coinvolgimento di un intero quartiere. In due anni di lavoro siamo riusciti a realizzare oltre 50 ore di immagini: tutti i giorni abbiamo filmato i passaggi salienti della grande opera monumentale ideata da Antonio Presti, archiviando momenti bellissimi di lavoro e impegno collettivo. Subito dopo l'inaugurazione della “Porta” Antonio Presti mi ha affidato il compito di raccogliere tutto il materiale e farne un documentario. Ma quando ho iniziato a scrivere il testo mi sono accorta che, per fare comprendere l'importanza dell'opera, il documentario non sarebbe bastato. Così frase dopo frase, mi sono resa conto che stavo creando una piccola sceneggiatura».
Sul concetto di identità si è soffermato a lungo Antonio Presti che crede nella possibilità di rinascita del quartiere più giovane e popoloso di Catania. Ha detto infatti: «Quel che oggi io desidero è che il quartiere di Librino possa diventare meta di interesse culturale per i catanesi, i siciliani e per i turisti provenienti non soltanto dalla Sicilia, ma anche dal resto dell’Italia e dall’estero. Con il lavoro svolto i bambini e tutti gli abitanti del quartiere hanno avuto la possibilità di fare qualcosa per se stessi, senza chiedere. Hanno compreso l’importanza dell’identità e del diritto alla cittadinanza». Inoltre Antonio ha approfittato di questa giornata per annunciare ai bambini che il museo d'Arte Contemporanea continuerà coinvolgendo alcuni condomini del quartiere: grazie all'ausilio di registi, fotografi e video makers di fama internazionale diversi palazzi di Librino accoglieranno dal 2010 al 2011 lavori artistici installati sulle facciate cieche.
Aver visto il cortometraggio, aver visto tutti quei bambini uniti per un obiettivo comune, sentire il racconto del piccolo Emanuele, vedere brillare gli occhi dei bambini che si sentono protagonisti di un progetto grandissimo e stupendo: tutte queste cose mi hanno particolarmente colpita ed emozionata. Ogni bambino di Librino si sente, nel suo piccolo, autore di un’opera monumentale ed è bellissima la frase «A Parigi c’è la Torre, a Roma il Colosseo e a Librino la Porta della Bellezza» – detta nel cortometraggio dal piccolo Emanuele alla madre – perché segna una grande conquista non solo per la città di Catania – ieri figlia dell’emarginazione e oggi madre di un malessere quotidiano –, ma anche, e soprattutto, per il quartiere di Librino, conosciuto come quartiere periferico e degradato della città catanese e noto ai più solo per episodi di cronaca nera.

Carmen Oliva

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