mercoledì 28 ottobre 2009

Quando la tesi porta i suoi frutti anche fuori dal contesto universitario... (Sonia Baglieri)

Nel piano di studi previsto per il conseguimento della laurea tanto in Lettere Moderne, quanto in Filologia moderna, era necessario svolgere un numero di ore pari a circa 80 in stage e tirocini formativi. Sia nel triennio che nel biennio specialistico ho avuto modo di lavorare nello stesso istituto, il liceo psico-pedagogico di Catania, e con il medesimo tutor aziendale, la prof.ssa Angela Giuliano. Mi soffermerò in particolare sull’esperienza formativa vissuta durante il biennio specialistico poiché è stato durante le 50 ore previste che, tra le diverse attività, ho avuto anche la possibilità di mettere in pratica le metodologie ludiche apprese durante il laboratorio LAPOSS e gli studi della tesi in una classe di primo anno in cui sono previste ore dedite alla lingua italiana, intesa come letteratura e come grammatica.
Svolgimento delle attività didattiche.
Prima di soffermarmi sulle attività che qui ci interessano principalmente, schematizzerò brevemente le modalità in cui sono state svolte le attività didattiche nell’arco delle ore di stage e le discipline in cui sono state attuate:
1. ascolto e osservazione delle attività svolte in classe dal tutor aziendale;
2. compilazione da parte della sottoscritta del registro di classe;
3. collaborazione attiva durante le spiegazioni, le interrogazioni, le esercitazioni e i compiti in classe;
4. preparazione, organizzazione e svolgimento, senza la presenza in classe del tutor aziendale, di porzioni di programma didattico inerente tutte le discipline svolte nella classe (lingua e letteratura italiana, lingua latina).
5. somministrazione e correzione in collaborazione con il tutor aziendale delle simulazioni dei test OCSE PISA 2000;
6. partecipazione, insieme al tutor didattico, al Seminario di Informazione e Sensibilizzazione sull’indagine OCSE-PISA e altre ricerche internazionali.
Il punto (4) chiarisce quanto sia stato forte il coinvolgimento personale in classe. La tutor mi ha dato tutto lo spazio di cui necessitavo per rendere l’esperienza completa e soddisfacente sotto ogni punto di vista. Tralasciando le attività svolte nelle ore di latino, mi soffermerò nella descrizione della attività svolte durante le ore di italiano, come si vede qui di seguito:

a.       La prima attività in programma richiedeva esercitazioni per la comprensione e l’apprendimento delle nozioni di sequenza narrativa[1]. Provenendo da un’esperienza di didattica ludica (LAPOSS), come sopra detto, ho cercato di svolgere la lezione partendo dalla pratica per poi giungere alla teoria e alla spiegazione generale delle nozioni sopra dette. Per l’attività mi sono servita di alcuni strumenti quali la lavagna; un cartellone bianco 70x100; due storie a fumetti rappresentanti l’uno il mito della creazione del mondo secondo gli antichi greci e, l’altro, il racconto della Genesi (e dunque la creazione del mondo secondo la religione giudaico-cristiana). Gli argomenti non sono stati scelti a caso, ma selezionati in base a quanto svolto precedentemente in classe dalla professoressa Giuliano. Altrettanto non casuale è stata la scelta dei fumetti rispetto a qualsiasi altro mezzo iconico o multi-mediale. Questo genere di rappresentazione grafica, infatti, è quella più diretta ed efficace per la comprensione del concetto di sequenza perché il fumetto non è che un susseguirsi di vignette che narrano (attraverso le immagini e le didascalie) piccole o grandi porzioni/blocchi di un racconto.
 La lezione, di circa due ore, si è svolta in quattro fasi differenti:
1.      suddivisione degli alunni in quattro gruppi di lavoro di cinque ragazzi circa e distribuzione disordinata di una o più vignette (fotocopiate e ritagliate) riguardanti il racconto della Genesi ad ogni membro di ogni gruppo;
2.      duplice lettura ad alta voce da parte mia del racconto della Genesi. La prima lettura, ben scandita, richiedeva da parte dei ragazzi una grande attenzione in quanto chiamati ad individuare la sequenza narrativa corrispondente all’immagine da loro posseduta e ad indicarne il numero sul retro della/e vignetta/e; la seconda lettura, più veloce, serviva per riepilogare il racconto, concedere ai ragazzi la possibilità di controllare ed eventualmente correggere gli errori commessi, segnare alla lavagna il numero esatto delle sequenze narrative con relativo titolo a fianco;
3.      ottenuto in tal modo lo scheletro del racconto, ogni gruppo era chiamato a mettere in ordine (secondo l’intreccio, e non la fabula) le vignette possedute;
4.      infine, la classe ha attaccato su un cartellone le vignette nel loro ordine esatto per ricostruire così tutta la storia.
La stessa procedura è stata effettuata per il mito cosmogonico greco. L’attività si è chiusa con il riepilogo delle nozioni di sequenza narrativa dandone la definizione e individuando gli elementi principali (grafici e non) che servono a identificarla.

b.      Per quanto riguarda questa seconda attività, ho fatto ricorso ad alcuni materiali adoperati durante il lavoro della tesi, tra cui il testo Grammagiochi  di Paolo Balboni. L’obiettivo da raggiungere era verificare e allo stesso tempo ampliare il lessico degli alunni, per la qual cosa ho pensato più a un lavoro di gruppo che individuale in modo da renderlo più piacevole agli occhi dei ragazzi stessi. L’attività, per altro molto semplice, si può suddividere nelle seguenti fasi:
1. suddivisione della classe in gruppi di cinque persone;
2. pescaggio da parte di ogni capo-gruppo di uno di quattro bigliettini, precedentemente preparati, su cui era segnato un argomento (amore, tempo libero, vacanze, aspetto esteriore);
3. ricerca da parte di ogni gruppo di quanti più sostantivi possibili attinenti l’argomento sorteggiato. Ogni gruppo ha avuto a disposizione circa 10 minuti.
4. lettura ad alta voce da parte dei capi-gruppo della lista così ottenuta, commento e revisione collettivi;
5. invenzione, da parte di ciascun alunno, di un racconto in cui fossero inseriti tutti i sostantivi rintracciati durante l’attività di gruppo.

c.       Una terza attività, fondamentalmente di verifica, è stata preparata sotto forma di esercitazione scritta. Gli obiettivi principali sono stati tre: verificare la padronanza delle strutture del lessico della lingua italiana; la comprensione testuale e la capacità di organizzare e formulare brevi testi (nel caso specifico, mini-racconti). Le prove, una per ogni fila, si presentavano come allegato qui di seguito:





Le avventure di Pinocchio
[…] Appena entrato in casa, Geppetto prese subito li arnesi e si pose a intagliare e a fabbricare il suo burattino. - Che nome gli metterò? - disse fra sé e sé. - Lo voglio chiamar Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna. Ho conosciuto un famiglia intera di Pinocchi: Pinocchio il padre, Pinocchia la madre e Pinocchi gli ragazzi, e tutti se la passavano bene. Il più ricco di loro chiedeva lelemosina.
Quando ebbe trovato il nome al suo burattino, allora cominciò a lavorare a buono, e gli fece subito gli capelli, poi le fronte, poi gli occhi.
Fatti l’occhi, figuratevi la sua maraviglia quando si accorse che l’occhi si muovevano e che lo guardavano fisso fisso.
Geppetto, vedendosi guardare da quei due occhi di legno, se n'ebbe quasi per male, e disse con accento risentito:- Occhiacci di legno, perché mi guardate? Nessuno rispose. Allora, dopo gli occhi, gli fece lo naso; ma lo naso, appena fatto, cominciò a crescere: e cresci, cresci, cresci diventò in pochi minuti uno nasone che non finiva mai. Il povero Geppetto si affaticava a ritagliarlo; ma più lo ritagliava e lo scorciva, e più quel naso impertinente diventava lungo. […].

1. Individua, nel brano qui proposto, gli articoli determinativi e indeterminativi errati e correggili.

2. Sottolinea, nel brano sopra proposto, tutti i sostantivi.

3. Classifica i sostantivi posti in neretto dopo aver indicato la categoria e la classe cui appartengono.

4. Inventa una nuova avventura di Pinocchio, raccontandola in 10 righe al massimo. All’interno del testo devi usare le parole “spaventapasseri” e “ossi”.

Le avventure di Pinocchio
- Ora vieni un po' qui da me e raccontami come andò che ti trovasti fra i mani degli assassini.
- Gli andò che lo burattinaio Mangiafoco mi dette alcune monete d'oro, e mi disse: "Tò, portale al tuo babbo!" e io, invece, per le strada trovai un Volpe e uno Gatto, due persone molto per bene, che mi dissero: "Vuoi che codeste monete diventino mille e duemila? Vieni con noi, e ti condurremo al Campo dei Miracoli". E io dissi: "Andiamo"; e loro dissero: "Fermiamoci qui all'osteria del Gambero Rosso e dopo la mezzanotte ripartiremo". Ed io, quando mi svegliai, loro non c'erano più, perché erano partiti. Allora io cominciai a camminare di notte, che era uno buio che pareva impossibile, per cui trovai per la strada due assassini dentro due sacchi da carbone, che mi dissero: "Metti fuori gli quattrini"; e io dissi: "Non ce n'ho"; perché le quattro monete d'oro me li ero nascoste in bocca, e uno degli assassini si provò a mettermi le mani in bocca, e io con un morso gli staccai il mano e poi la sputai, ma invece di una mano sputai un zampetto di gatto. E li assassini a corrermi dietro e, io corri che ti corro, finché mi raggiunsero, e mi legarono per un collo a un’albero di questo bosco, col dire: "Domani torneremo qui, e allora sarai morto e colla bocca aperta, e così ti porteremo via le monete d'oro che hai nascoste sotto la lingua".

1. Individua, nel brano qui proposto, gli articoli determinativi e indeterminativi errati e correggili.

2. Sottolinea, nel brano sopra proposto, tutti i sostantivi.

3. Classifica i sostantivi posti in neretto dopo aver indicato la categoria e la classe cui appartengono.

4. Inventa una nuova avventura di Pinocchio, raccontandola in 10 righe al massimo. All’interno del testo devi usare le parole “spaventapasseri” e “ossa”.


In conclusione, posso affermare di aver ottenuto dei risultati sorprendenti per quanto riguarda il coinvolgimento della classe: ogni ragazzo ha fatto la sua parte e ha partecipato con vivacità ad ogni fase di lavoro; si è sentito centro dell’attività didattica e ha seguito con attenzione mostrando di aver compreso non solo il senso dell’attività, ma anche, e cosa più importante, del contenuto del lavoro di gioco e di squadra. Ci sono state difficoltà nell’organizzare inizialmente il lavoro e nel mettere allo stesso livello tutti i gruppi: ne sono scaturiti anche errori nella comprensione degli esercizi da fare…errori che per altro si sono rivelati produttivi poiché hanno consentito ulteriori spiegazioni e chiarimenti sulle nozioni trattate che, come già detto, sono alla fine risultate semplici da fissare in mente.
Un’ultima parola vorrei spenderla per ribadire il concetto che l’italiano ha mille risorse da sfruttare, mille strumenti per esprimersi e se il gioco può dar vita ad un livello d’attenzione e apprendimento migliore che ben venga… soprattutto perché il gioco non ha età: può essere rivolto ai bambini delle elementari e, come dimostrato, anche a ragazzi più grandi, quali gli studenti delle scuole di secondo grado.

Sonia Baglieri

[1] Per sequenza narrativa si intende un segmento di testo di lunghezza variabile, che presenta una certa autonomia di contenuto. Il limite tra una sequenza e la successiva è scandito da un cambiamento significativo nello sviluppo del racconto: uno spostamento nello spazio o nel tempo, l'arrivo di un nuovo personaggio, il verificarsi di un nuovo evento, l'inizio di un dialogo. Graficamente, spesso questa può essere individuata tramite il “punto e a capo”. Quindi con un nuovo capo-verso. Ma questa non è una regola cui poter fare sempre riferimento.

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