Innamorato della Linguistica e della Grammatica fin dal primo anno di Lettere Moderne, ho potuto sperimentare in prima persona quanto queste discipline possano diventare esperienza viva attraverso i percorsi di didattica ludica ed interculturale nelle scuole promossi dalla Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania. Ricerca e sperimentazione sul campo anche per noi studenti insieme a docenti della primaria e delle medie. La prima esperienza pratica a cui ho potuto partecipare ha visto la collaborazione in rete di molte scuole che si sono rese disponibili all’ingresso di noi “maestri di grammatica”, come ci chiamavano i ragazzi, nelle classi: il progetto LAPOSS. La scuola media in cui ho realizzato questa prima esperienza godeva, in varie classi, della presenza di molti studenti stranieri. Entrare in questa classe, dunque, ha rappresentato l’occasione per poter sperimentare quanto la lingua possa essere mezzo e fine speculativo nel contempo e per poter “toccare con mano” la sensibilità scissa del piccolo migrante. Da questa esperienza ho imparato anche che la risorsa più grande delle scuole, anche quando mancano strutture e fondi, sono certamente gli insegnanti validi che hanno voglia di spendersi per la causa della formazione e della crescita dei discenti. Un altro percorso che rimane impresso nella mia mente come grande occasione di formazione e sperimentazione è il progetto che aveva un nome decisamente affascinante come “Raccontare e Raccontarsi”. Non era solo il nome ad essere avvincente, ma tutti gli incontri formativi ai quali ho preso parte in veste di tirocinante e soprattutto la possibilità di poter seguire la vita scolastica di una bambina rumena che mi ha seriamente donato tanto, sia dal punto di vista della sperimentazione linguistica, che dal punto di vista umano ed affettivo. Questo progetto ha trovato la sua naturale conclusione nell’allestimento di una mostra contenente gli elaborati realizzati dagli stessi bambini per la quale hanno profuso tutta la loro fantasia e la loro immensa voglia di scoprire e conoscere.
Comunicare la lingua è certamente l’aspirazione massima di chi ama la Linguistica, non solo in
classe ma anche a colleghi più giovani che condividono gli stessi entusiasmi attraverso momenti di tirocinio formativo. Grammagiò è un po’ il risultato di queste esperienze e di tanto studio, uno spazio aperto di condivisione di esperienze e, perché no, di progettualità e collaborazione nella nostra società multimediale e intellettualmente policentrica. Proprio le esperienze che ho vissuto hanno dimostrato come gli studi portati avanti con passione all’ombra dei chiostri e dei corridoi di un importante monastero benedettino, quello della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, possano servire come gratificante ponte per collegare empiricamente la riflessione alla realtà.
Giuseppe Interlandi
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