venerdì 26 febbraio 2010

Relazione sul laboratorio di “Didattica Ludica della Fonetica dell’Italiano”

Realizzato presso l’I.C. “Campanella-Sturzo” di Librino (CT) (Dicembre 2009-Gennaio 2010)
(IV Elementare e II Media)

Di Giuseppe Interlandi

Nell’ambito dell’azione di studio e sperimentazione del gruppo Grammagiò sono stati realizzati diversi progetti di didattica ludica volti a sperimentare ancora, nelle classi, tecniche didattiche e strategie educative che rispondano direttamente ai bisogni psicolinguistici degli apprendenti. Nel mio caso, l’idea di porre in essere un laboratorio di fonetica, nasce dagli studi compiuti nel campo dell’insegnamento dell’italiano a stranieri e dall’apporto proveniente dalle svariate esperienze di vari studiosi di questo settore. L’idea che ho voluto coltivare nell’ambito di questo progetto nasce dall’osservazione del particolare contesto linguistico appartenete agli alunni dell’istituto librinese. La competenza linguistica di molti di loro può essere accostata, con le dovute differenziazioni, a quella degli apprendenti stranieri che si muovono, più o meno consapevolmente, in quella “terra di mezzo” che conosciamo come interlingua. Ciò che rende particolare il contesto d’apprendimento degli alunni in questione è la loro marcata dialettofonia che, se non considerata con la dovuta attenzione, può generare fenomeni di fossilizzazione linguistica proprio come nel caso degli apprendenti stranieri. Alla luce di quanto detto si spiegano anche quei casi di bambini che pur avendo una matura competenza morfologica e sintattica presentano, dal punto di vista fonologico, delle strutture non metabolizzate o sospese a metà tra i due codici: il dialetto che funge, diverse volte, da lingua di socializzazione primaria e l’italiano come lingua di scolarizzazione e codice tramite il quale è possibile comunicare con chi viene “da fuori”. Alla luce di quanto affermato fin qui ho proceduto somministrando dei test di valutazione della competenza in lingua italiana rispondenti ai criteri stabiliti dal QCE (Quadro Comune Europeo per le Lingue) e già utilizzati con successo dal altri esperti[1]. Per quanto riguarda la competenza fonologica ho somministrato un secondo test realizzato sul modello della sezione di “Segmentazione Fonemica” del test di abilità metalinguistiche “Tam-2” senza però seguire le elaborazioni dei dati del Tam che riguardano un’analisi linguistica molto più ampia ed approfondita[2]. Dai risultati del test, che riporto nei grafici presenti in questo documento[3], risulta una debole competenza metalinguistica per quanto riguarda la fonologia della nostra lingua dovuta, come già detto, all’influenza del dialetto. Il percorso, dunque, si è svolto tramite la realizzazione di attività ludiche di motivazione e coinvolgimento tramite la lettura di piccoli brani e l’ascolto di segmenti di parlato che contenevano le associazioni di suoni sulle quali riflettere. Insieme alla docente abbiamo privilegiato, in questa prima fase, la corretta associazione dei suoni  [ʧ] [k] [ʤ] [g] [ɲ] [ʎ] [ʃ] ai digrammi e ai trigrammi corrispondenti. Proprio perché gli allievi in questione erano fortemente dialettofoni sono state previste attività volte al riconoscimento delle doppie tramite l’associazione di significante e significato in coppie minime di parole. Sono state sfruttate opposizioni fonologiche tra parole anche in attività di produzione orale tramite le quali gli allievi hanno riflettuto induttivamente anche sul tratto di sonorità che di determinati suoni come la “s”. I docenti, in corso d’opera, mi hanno anche esposto una loro perplessità riguardante alcuni comportamenti nello scritto dei ragazzi. Non distinguevano, a volte, i contesti in cui la “i” è propriamente grafica e quelli in cui si pronuncia. Le ultime attività, allora, hanno riguardato proprio questo aspetto. Gli alunni hanno ben accolto la riflessione sui “suoni della nostra lingua” perché grazie alla portata ludica  e motivante degli incontri “l’astrattezza” degli argomenti trattati non ha rappresentato un freno per la motivazione ad apprendere.

Risultati del test sulle abilità metalinguistiche in campo fonologico[4]

Sono stati riscontrati anche i seguenti fenomeni (nello scritto):
·         Scambio della polivibrante alveolare sonora con la laterale alveolare sonora (Golizia per Gorizia o barcone per balcone)
·         Scempiamenti
·         Assimilazioni (focchetta per forchetta)
·         Scambio di sorde e sonore (Cosensa per Cosenza)
·         Scambio della semiconsonante palatale sonora con la laterale palatale sonora (Aquileglia per Aquileia)



[1] C. Ciulli-A.L. Proietti, Da zero a cento. Test di (auto)valutazione sulla lingua italiana, Alma Edizioni, Firenze, 2005
[2] M.A. Pinto, G. Candilera, P. Iliceto, Tam-2. Test di abilità metalinguistiche, Scione Editore, 2003.
[3] L’esperienza ha coinvolto una classe di scuola elementare ed una di scuola media. Si riportano i dati relativi alla quarta elementare.
[4] La sezione di “Segmentazione Fonemica” del Tam2 consta di quattro parti (solo in due è pertinente la differenza tra sfera linguistica e metalinguistica):
1.       Comunanze e differenze fonetico-fonologiche in coppie minime di parole, basata sul principio della doppia articolazione formulato da Martinet. Con questa prova si vede se il soggetto è capace di capire il passaggio dal piano del fonema a quello del morfema
2.       Scansione in sillabe
3.       Individuazione di fonemi che si ripetono all’interno di una lista di parole
4.       Formazione di parole composte di un fonema iniziale variabile e di un frammento di parola fissa

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